Perché protestare contro il Decreto Pillon? Intervista a Daniela Amato - Centro antiviolenza L. I. S. A.
Percorrerà l’intero territorio nazionale, dal nord al sud alle
isole, la grande mobilitazione che oggi è stata organizzata per
dire no al disegno di legge firmato da Simone Pillon, senatore
leghista che avrebbe in mente di porre le proprie mani...
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vor 7 Jahren
Percorrerà l’intero territorio nazionale, dal nord al sud alle
isole, la grande mobilitazione che oggi è stata organizzata per
dire no al disegno di legge firmato da Simone Pillon, senatore
leghista che avrebbe in mente di porre le proprie mani insipienti
sulla libertà delle donne e sui diritti acquisiti in tema di
separazione e affido condiviso – in particolare. Saranno più di
cento le piazze che in queste ore si agiteranno, grazie a Non Una
di Meno e ai centri antiviolenza della rete Di.Re. che in questi
mesi (e anni) hanno svolto un lavoro articolato nei singoli
contesti. La tessitura che ora si viene a configurare è sintomo di
una dislocazione tanto preziosa quanto necessaria, soprattutto in
questo particolare momento storico in cui l’idea di Simone Pillon e
dei suoi sostenitori (che mentre inneggiano alla «vita» per il
«bene» hanno l’aria resistibile di becchini agghindati per portarci
al camposanto), sarebbe quella di costringerci a una narrazione
farlocca e ipocrita della realtà. Molte sono le ragioni che in
questi mesi hanno causato l’imbarazzo anche da chi in teoria
dovrebbe essere alleato con Pillon, (uno per tutti, il
sottosegretario del m5s Spadafora).
Nel disagio generale causato dalla serie di pericolose e
indifendibili derive che l’approvazione di un ddl del genere
prevedrebbe, il testo è stato studiato e smontato da chi ne
comprende, oltre alla inaccettabilità politica, anche quella più
strettamente legale. Concetta Gentili, avvocata civilista
(referente del Gruppo Tecnico avvocate di D.i.Re), è netta riguardo
l’individuazione di un «arretramento per le libertà e i diritti
civili di tutti e tutte e in particolare per le donne, i bambini e
le bambine». Questo ddl che viene rimandato al mittente, «propone
una famiglia unica – segnala Gentili – ideale e astratta, di fatto
inesistente, se non nella mente del senatore Pillon». Sarebbe
tuttavia un errore considerare la proposta come una sortita
bislacca che appartiene a un personaggio innocuo e nostalgico, il
senatore è in ottima compagnia di chi vorrebbe un imponente
smantellamento di libertà – a partire dai tentativi di smontare la
legge 194.
Di questa erosione fa parte anche questo ddl che «elimina gli spazi
di autonomia e specificità individuale delle coppie che si
separano, impone percorsi lunghi, complessi e costosi, con il
mediatore familiare e il coordinatore genitoriale chiamati a
tutelare “l’unità familiare”. Questa legge risponde solo a una
stereotipata idea di famiglia, di stampo “presepiale”, che non
corrisponde alla realtà sociale del paese e che rischia seriamente
di riportare indietro l’Italia di almeno 50 anni». Seppure le
conclusioni dell’avvocata Gentili siano condivisibili e del tutto
legittime, ciò che viene posto al centro di questo ddl non è
negoziabile per cui Simone Pillon potrà ben mettersi l’anima in
pace, non passerà niente di ciò che ha immaginato per il futuro
delle donne che decidono per se stesse e nell’interesse dei propri
figli e figlie.
Fonte:
https://ilmanifesto.it/oggi-in-piazza-agitazione-permanente-contro-il-ddl-pillon/
isole, la grande mobilitazione che oggi è stata organizzata per
dire no al disegno di legge firmato da Simone Pillon, senatore
leghista che avrebbe in mente di porre le proprie mani insipienti
sulla libertà delle donne e sui diritti acquisiti in tema di
separazione e affido condiviso – in particolare. Saranno più di
cento le piazze che in queste ore si agiteranno, grazie a Non Una
di Meno e ai centri antiviolenza della rete Di.Re. che in questi
mesi (e anni) hanno svolto un lavoro articolato nei singoli
contesti. La tessitura che ora si viene a configurare è sintomo di
una dislocazione tanto preziosa quanto necessaria, soprattutto in
questo particolare momento storico in cui l’idea di Simone Pillon e
dei suoi sostenitori (che mentre inneggiano alla «vita» per il
«bene» hanno l’aria resistibile di becchini agghindati per portarci
al camposanto), sarebbe quella di costringerci a una narrazione
farlocca e ipocrita della realtà. Molte sono le ragioni che in
questi mesi hanno causato l’imbarazzo anche da chi in teoria
dovrebbe essere alleato con Pillon, (uno per tutti, il
sottosegretario del m5s Spadafora).
Nel disagio generale causato dalla serie di pericolose e
indifendibili derive che l’approvazione di un ddl del genere
prevedrebbe, il testo è stato studiato e smontato da chi ne
comprende, oltre alla inaccettabilità politica, anche quella più
strettamente legale. Concetta Gentili, avvocata civilista
(referente del Gruppo Tecnico avvocate di D.i.Re), è netta riguardo
l’individuazione di un «arretramento per le libertà e i diritti
civili di tutti e tutte e in particolare per le donne, i bambini e
le bambine». Questo ddl che viene rimandato al mittente, «propone
una famiglia unica – segnala Gentili – ideale e astratta, di fatto
inesistente, se non nella mente del senatore Pillon». Sarebbe
tuttavia un errore considerare la proposta come una sortita
bislacca che appartiene a un personaggio innocuo e nostalgico, il
senatore è in ottima compagnia di chi vorrebbe un imponente
smantellamento di libertà – a partire dai tentativi di smontare la
legge 194.
Di questa erosione fa parte anche questo ddl che «elimina gli spazi
di autonomia e specificità individuale delle coppie che si
separano, impone percorsi lunghi, complessi e costosi, con il
mediatore familiare e il coordinatore genitoriale chiamati a
tutelare “l’unità familiare”. Questa legge risponde solo a una
stereotipata idea di famiglia, di stampo “presepiale”, che non
corrisponde alla realtà sociale del paese e che rischia seriamente
di riportare indietro l’Italia di almeno 50 anni». Seppure le
conclusioni dell’avvocata Gentili siano condivisibili e del tutto
legittime, ciò che viene posto al centro di questo ddl non è
negoziabile per cui Simone Pillon potrà ben mettersi l’anima in
pace, non passerà niente di ciò che ha immaginato per il futuro
delle donne che decidono per se stesse e nell’interesse dei propri
figli e figlie.
Fonte:
https://ilmanifesto.it/oggi-in-piazza-agitazione-permanente-contro-il-ddl-pillon/
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