Voci Fuori Tempo: Syd Barrett

Voci Fuori Tempo: Syd Barrett

In questo podcast racconteremo di Roger Keith Barrett, detto “Syd”, fondatore e principale autore dei Pink Floyd nelle loro origini. Acclamato come geniale musicista, la sua figura controversa è colma di luci e ombre. Da un lato il l’artista...
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Beschreibung

vor 5 Jahren
In questo podcast racconteremo di Roger Keith Barrett, detto “Syd”,
fondatore e principale autore dei Pink Floyd nelle loro origini.
Acclamato come geniale musicista, la sua figura controversa è colma
di luci e ombre. Da un lato il l’artista innovatore, i testi ricchi
e psichedelici, gli esperimenti sonori; dall’altro il ragazzo
fragile, la pressione del mondo dello spettacolo e l’uso di droghe.
Andiamo per ordine…

Gli inizi e il talento
Emily ci prova ma non capisce, ah ooh
Molto spesso prova a prendere
in prestito
i sogni di qualcuno fino a domani

Non c'è un altro
giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il
gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Poco dopo il
pianto dell'oscura Emily, ah ooh
Che osserva con dolore tra gli
alberi
non si sente un suono fino a domani

Non c'è un altro
giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il
gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Indossa una
gonna che arriva al pavimento, ah ooh
Galleggia sul fiume sempre e
per sempre, Emily

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro
modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda
Emily giocare

Interpretazione:
See Emily play è un singolo del 1967 e contribuì indubbiamente
a spianare alla band la strada verso il successo. Dopo l’uscita del
brano, i ragazzi londinesi si videro catapultati nel mondo
dello showbusiness, tra interviste e apparizioni televisive.
Questo provocò all’allora frontman Syd Barrett non pochi
problemi. Egli ebbe grosse difficoltà ad accettare il fatto di
essere riconosciuto come un musicista rock commerciale, invece
che come un artista.
Sulla copertina si vede l’immagine di un treno disegnato da
Barrett. Il testo da lui scritto è ispirato a un viaggio
psichedelico, durante il quale incontrò la protagonista della
canzone. La giovane musa di Barrett, Emily Young, fu
una scultrice, che desiderava raccontare la verità sulle
origini della vita e della coscienza umana. Le sue opere, a un
primo sguardo, evocano un ricordo dei lavori di Paul Gauguin.
Come l’artista francese infatti, Emily Young credeva che la
verità sul genere umano fosse primitiva e arcaica e che essa
fosse nascosta dalle forze della natura.

Presumibilmente, il brano parla di una giovane aristocratica,
conosciuta come la ragazza psichedelica. Con i suoi versi
mistici, stravaganti, e a tratti infantili, il pezzo contiene un
significato molto più
profondo. Il testo di See Emily
Play rappresenta la crème de la
crème della scrittura di Barrett, una
pura testimonianza dello spirito degli anni
sessanta. Una parte di esso cela un velato misticismo. È
impossibile determinare con esattezza cosa ispirò il cantante per
la stesura del testo, come nel caso di molte altre sue
canzoni. Barrett stesso espose molte versioni, una
di queste vede il musicista incontrare un’insolita ragazza dopo
aver assunto una dose di LSD in un bosco ed esservisi
addormentato.

Ho una bicicletta,
ci puoi andare se ti va
ha un cestino, un
campanello che suona
e cose che la fanno bella
Te la darei se
potessi
ma l'ho prestata

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio
mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Ho un
mantello, è un po' ridicolo
c'è uno strappo sul davanti. è rosso e
nero
Ce l'ho da mesi
se pensi che possa sembrarti bello,
allora
credo che lo sia

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti
darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco un topolino
che non ha casa
Non so perché lo chiamo Gerald
È ormai piuttosto
vecchio
ma è comunque un buon topolino

Sei il tipo di
ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi
qualcosa

Ho una tribù di uomini di zenzero
Uno qui, un altro lì,
un sacco di uomini di zenzero
prendine un paio se desideri, sono
sul piatto

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò
tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco una stanza di brani
musicali
Qualcuno giusto, qualcuno sottile
La maggior parte non
funziona
andiamo nell'altra stanza e facciamoli funzionare

Bike è l’ ultima traccia dell’album di debutto, The Piper
at the Gates of Dawn, del 1967.
Il testo, anche questo di Barrett, è dedicato alla sua ragazza
dell'epoca, Jenny Spires.
Il brano è molto leggero e orecchiabile, così come il testo è
semplice e non affronta i temi angosciosi che incontreremo negli
anni a seguire, il che dà da pensare che il suo malessere non
avesse ancora pervaso le sue capacità artistiche. Sembra ancora
inoltre incline a pensare agli affetti, nel particolare ad una
donna che è proprio adatta al suo mondo ’ You're the kind of
girl
that fits in with my world’. Emerge anche il concetto
dell’essere compreso. In questa canzone ancora non c’è la resa
totale che si riscontra in Vegetable Man, in cui Syd canta;
“NON C’è UN POSTO PER ME DA NESSUNA PARTE ‘I've been looking all
over the place for a place for me But it ain't anywhere, it just
ain't anywhere.’ In questo brano c’è ancora spensieratezza,
affetto, vicinanza, desiderio di aprirsi all’altro. La calma prima
della tempesta.

La crisi e il crollo
Nell’autunno del 1967, l’atmosfera all’interno dei Pink Floyd era
tesa e nervosa. Il gruppo era riunito a Londra per registrare nuovi
singoli, richiesti dalla casa discografica, e il secondo album, A
Saucerful of Secrets. Syd Barrett si comportava in modo sempre più
lunatico ed inaffidabile e il resto del gruppo fu infine costretto
a chiamare David Gilmour come supporto e secondo chitarrista,
ufficialmente, ma pensando già a una sostituzione. Amico di
infanzia di Barrett e conoscente di Waters, Gilmour si trovò in una
situazione alquanto imbarazzante, poiché il gruppo ancora non
voleva espressamente che gli si sostituisse, ma Barrett lo vedeva
già come un intruso, nonostante continuasse a comportarsi in modo
stravagante ed esasperante, obbligando Gilmour a rimediare alla sua
presenza-assenza. Sono di questo periodo due canzoni esemplari
della situazione di Barrett, da lui scritte e composte: Vegetable
Man e Jugband Blues. Nella prima descrive se stesso in modo
ironico, prendendosi in giro e svilendosi; nella seconda esprime la
propria alienazione rispetto al gruppo e al mondo, sfogando la
frustrazione del suo isolamento.
I Pink Floyd inizialmente sopportarono gli atteggiamenti
imprevedibili di Barrett, poiché egli era sia un amico che un
grande artista, fondatore del gruppo e principale compositore.
Tentarono di convincerlo ad essere lo scrittore del gruppo dietro
le quinte, senza partecipare ai concerti, per limitare la sua
presenza in pubblico, ma egli si rifiutò. Il suo costante utilizzo
di droghe, soprattutto dell’allucinogeno LSD, contribuì in modo
sostanziale alla sua progressiva estraneazione dal gruppo e da
chiunque gli fosse vicino e tentasse in qualche modo di aiutarlo.
Da ragazzo carismatico, allegro, estroverso, divenne nel tempo
sempre più depresso, asociale, alienato. In Vegetable Man, Barrett
deride il suo modo di vestirsi, di pettinarsi e la sua apparenza in
generale, affermando che evidentemente deve essere fatto così, un
“uomo vegetale”. Il cinico umorismo utilizzato nella propria
descrizione evidenzia come egli fosse in un certo modo consapevole
della sua situazione. Vari sono gli aneddoti, riguardanti il
periodo dall’autunno del 1967 all’estate del 1968, in cui il
comportamento di Barrett appare anormale e spiazzante: spesso
rimaneva ad osservare un punto fisso, con lo sguardo vuoto, senza
che nulla potesse distoglierlo; nelle interviste rispondeva con
frasi senza senso o scortesi; sul palco passeggiava senza cantare,
poggiava la chitarra a terra, suonava soltanto una nota, rimuoveva
le corde. Al pubblico dei concerti i suoi atteggiamenti lunatici
piacevano, poiché sembravano una stravagante e particolare recita
di un artista coinvolto ed immerso nel momento psichedelico, ma il
gruppo rimaneva sempre più senza parole di fronte al comportamento
inaffidabile e del suo frontman. In Vegetable Man, Barrett afferma
di aver cercato ovunque un posto per sé, ma di non averlo trovato,
perché non c’è da nessuna parte, a sostegno dell’evidenza.
Alla fine del 1967, il resto dei Pink Floyd era giunto al punto di
rottura: lo stato mentale di Syd Barrett era insostenibile e
lavorare con lui era estenuante. Paradossalmente, Barrett si
rendeva conto di quanto stesse accadendo, ma il suo comportamento
esasperante non cessava. In Jugband Blues, egli si rivolge ai suoi
compagni e al resto del mondo, ironizzando su quanto sia
“terribilmente premuroso” il considerarlo come presente, ma al
tempo stesso essendo “grato” che si faccia chiarezza sul fatto che
lui non sia lì. In futuro, i suoi compagni e i professionisti del
settore che avevano lavorato con lui affermeranno spesso come la
fama e il successo abbiano inciso sulla sua salute mentale. Le
numerose interviste, i lunghi concerti, la folla in acclamazione,
le aspettative del pubblico e soprattutto le pretese della casa
discografica e le scadenze da rispettare erano un peso enorme per
Barrett, che non resse la pressione. In Jugband Blues, egli
sostiene che il vero se stesso sia stato gettato via e che invece
in studio sia stato portato un altro Barrett “vestito di rosso”,
chiedendosi a quel punto chi fosse a “scrivere la canzone”. I suoi
compagni, frustrati dal suo comportamento, decisero infine di
rivolgersi a David Gilmour, amico in comune e promettente
chitarrista, che dagli inizi del 1968 cominciò ad aiutare il
gruppo. Il precario equilibrio interno dei Pink Floyd a cinque
elementi durò poco: Barrett non era più gestibile e ormai lavorare
con lui era pressocché impossibile. In studio lo si doveva quasi
pregare di collaborare, sul palco agiva di testa sua, senza seguire
la scaletta o rispettare i tempi. Infine un giorno, i suoi compagni
diedero istintivamente sfogo alla loro esasperazione: nel giro in
macchina prendere i membri del gruppo e andare a un concerto,
decisero di getto di non passare da Barrett. Da quel momento, fu
escluso dai successivi spettacoli.

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