Audiolibro - L Epopea di Gilgamesh
L'Epopea di Gilgameš è un racconto epico della Mesopotamia. Si tratta di una delle più antiche opere letterarie dell'umanità, di cui la prima versione conosciuta fu scritta in accadico nella Babilonia nel XIX secolo a.C. Scritta in caratteri...
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L'Epopea di Gilgameš è un racconto epico della Mesopotamia. Si
tratta di una delle più antiche opere letterarie dell'umanità, di
cui la prima versione conosciuta fu scritta in accadico nella
Babilonia nel XIX secolo a.C. Scritta in caratteri cuneiformi su
tavolette d'argilla, racconta le avventure di Gilgameš, re di Uruk,
una figura eroica con forse qualche base storica, nonché una delle
divinità infernali dell'antica Mesopotamia.
L'Epopea è una storia sulla condizione umana e i suoi limiti, la
vita, la morte, l'amicizia e, più in generale, una storia di
formazione sul risveglio dell'eroe alla saggezza. La prima parte
racconta le gesta di Gilgameš e del suo amico Enkidu, che trionfano
sul gigante Humbaba e sul Toro celeste, quest'ultimo scagliato loro
contro dalla dea Ishtar, le cui avances erano state respinte
dall'eroe. La storia cambia direzione dopo la morte di Enkidu, una
punizione inflitta dagli dei per l'affronto che è stato fatto loro.
Gilgameš si imbarca quindi nella ricerca dell'immortalità,
raggiungendo la fine del mondo dove risiede l'immortale
Uta-napishti, che gli rivela che non potrà mai ottenere ciò che
cerca, ma gli insegna la storia del Diluvio che potrà trasmettere
al resto dei mortali.
L'Epopea è in parte basata su diversi racconti sumeri della fine
del III millennio a.C. che narrano diverse gesta di Gilgameš. Dalla
sua prima stesura intorno al XVIII secolo a.C., il testo conosce
varie modifiche e circola in diverse varianti durante il II
millennio a.C., prima che venga scritta una versione relativamente
stabile verso il 1200 a.C. che si diffonde nel corso del I
millennio a.C. Secondo la tradizione mesopotamica, questa versione
"classica" sarebbe dovuta all'attività di uno scriba di nome
Sîn-leqi-unninni. Scritta su dodici tavolette, questa versione è
nota soprattutto per le tavolette rinvenute a Ninive e risalenti al
VII secolo. a.C., riportata alla luce dagli anni 1850 nel corpo di
testi accademici denominato "Biblioteca di Assurbanipal". Da
allora, nuove tavolette rinvenute in siti della Mesopotamia e del
Medio Oriente hanno migliorato la comprensione dell'opera, sebbene
non sia nota nella sua interezza.
Riscontra molto successo Vicino Oriente antico e vengono rinvenute
copie in siti distribuiti su una vasta area, in Mesopotamia, Siria
e Anatolia. Il racconto di Gilgameš è stato tradotto in ittita e
hurrita e la sua influenza si riscontra anche in varie opere
successive tant'è che fino all'inizio del medioevo vi era memoria
delle gesta di Gilgameš, conservata fino a questi tempi attraverso
canali che in gran parte sfuggono agli storici, ma che sono
un'ulteriore indicazione della popolarità di questo racconto
nell'antichità.
La riscoperta dell'Epopea e la successiva pubblicazione nel 1872,
ad opera di George Smith, dei primi estratti relativi al passo
relativo al Diluvio fece scalpore per via dei paralleli che
offrivano con il racconto biblico. Successivamente, la
ricostruzione di altri brani dell'opera, la fece apparire come una
delle più antiche opere epiche conosciute. Da allora ha suscitato
l'attenzione di romanzieri, poeti, psicologi, compositori, ecc. che
ne hanno redatto delle versioni nuove e delle interpretazioni
modernizzate o se ne sono ispirati
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